L’eterna questione finanziaria di Pedemontana

Una nuova puntata sull’altalena dei finanziamenti alla Società autostradale lombarda.

Alessia Piperi
28/06/2013
Territorio
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Il progetto c’è tutto, non piace a molti ma c’è ed è preciso fin nei dettagli meno ortodossi, però non ci sono i fondi necessari a realizzarlo e lo ha ammesso proprio l’Amministratore Delegato di Pedemontana Marzio Agnoloni nel salone della Camera di Commercio di Monza, martedì 18 giugno.

Insomma, Pedemontana è servita. Sulla tavola hanno portato tutto, dall’antipasto (progetti non approvati e poi magicamente ripescati), passando per la prima portata (il progetto definitivo), fino ad arrivare al secondo (gli svincoli e le aree di sosta). Il dessert (le analisi sul suolo della tratta B2 per la presenza della Diossina e le relative comunicazioni) ci sarebbe dovuto essere ma arriva l’estate e c’è la prova costume. Poi hanno portato il caffè per restare svegli (il tira e molla sui finanziamenti) e ovviamente l’amaro (i pedaggi che sembrano non fare più molta gola ai finanziatori), solo che all’ultimo si sono scordati il portafoglio. Eppure fino a poco tempo fa ci dicevano “non preoccupatevi, i soldi ci sono.” E ora chi paga?

- In un articolo pubblicato su “Il giornale.it” il 30/03/2013, si legge: “Ora che lo stallo finanziario è stato sbloccato, l’amministratore delegato di Pedemontana Marzio Agnoloni, presidente anche di Serravalle (la società che ha deliberato l’aumento di capitale), è convinto che si innescherà un meccanismo virtuoso. “Mentre eravamo al lavoro per risolvere le questioni finanziarie, - sono le parole dell'avvocato multipoltroniere Agnoloni- i cantieri sono andati avanti senza perdere tempo. E man mano che si apriranno le tratte, aumenterà la voglia di investire da parte del mercato finaziario”. Ovvio. Certo non stupisce che gli introiti dei pedaggi-salasso facciano gola agli investitori futuri, certi o eventuali.
Meno male, e io che stavo così in ansia per loro, finalmente dormirò più tranquilla.-

 

Infatti, io mi ero rilassata e invece no! Bisogna rimanere svegli, attivi e sempre allerta, pronti a seguire il vento e a cavalcare l’onda dell’istinto e dell’impulso, a vivere giorno per giorno, come se non ci fosse un domani – cosa che probabilmente accadrà davvero. Perché ora, come in una telenovela degna dei migliori successi di Grecia Colmenares o Veronica Castro, i soldi non ci sono più. C’erano, afferma Agnoloni, ma erano solo promesse da parte delle banche che ora, invece, non vogliono più concedere finanziamenti.Non si tratta di voci, l’a.d. di Pedemontana lo ha dichiarato martedì 18 giugno, in qualità di ospite d’onore al convegno sulle “Infrastrutture e mercato dei lavori pubblici - Il futuro del territorio Brianteo”, organizzato da Assimpredil Ance alla Camera di Commercio. L’incontro aveva lo scopo di mettere in atto un confronto sullo stato di avanzamento nella realizzazione delle infrastrutture in Brianza ma anche di esaminare, sempre in un confronto, le esigenze di viabilità e trasporto, i punti cruciali del mercato dei lavori pubblici e le difficoltà da superare per mettere nuovamente in moto i processi decisionali e realizzativi sul territorio. Durante la seduta, Agnoloni ha voluto sottolineare che Serravalle è stata l’unica società ad aver approvato l’aumento di capitale necessario per il rinnovo del prestito-ponte da 200 milioni (quello garantito da un pool di banche e già scaduto nel novembre 2012). Società il cui presidente è, non dimentichiamolo, proprio lo stesso Marzio Agnoloni. O lo sarà almeno fino al 16 luglio prossimo.

Serravalle infatti, dopo aver approvato il bilancio societario il 19 giugno, vedrà il termine del bando per la cessione dell’82% delle sue quote azionarie il 10 luglio (che è anche l’anniversario dell’incidente Icmesa del 1976), mentre il 16 luglio  terrà una nuova assemblea dei soci con un ordine del giorno che comprenderà la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione.

FACCIAMO IL PUNTO
Il cda di Serravalle ha approvato il suddetto aumento di capitale a 100 milioni di euro, in cui sono compresi i 32 milioni che Intesa San Paolo e Ubi Banca non hanno voluto investire, la società Cal (Concessioni autostradali lombarde S.p.a), che ha portato il finanziamento pubblico dal 35% all’80%, metterà solo quest’anno 450 milioni di euro, per un contributo complessivo che si aggira intorno ai 950 milioni. Ma Agnoloni, lo leggiamo anche su il Cittadino di sabato 22 giugno, spiega: “I soldi che abbiamo bastano per completare la A. Serravalle può sopperire ai finanziamenti fino all’inizio del 2014. Poi le banche devono fare la loro parte. Solo così riusciremo a completare la tratta B1 in tempo per Expo. Le altre tratte? Impossibile realizzarle entro il 2015”.

A questo punto, l’ingegnere e vicesindaco di Barlassina  Raimondo Leuratti, ospite al convegno, ha colto l’occasione di evidenziare in maniera decisa che è da molto tempo che le Amministrazioni locali chiedono di essere ascoltate. Ha ribadito che nell’ultimo anno sono state spedite diverse lettere mai degnate di una risposta. Leuratti inoltre ha specificato che i comuni intendono essere messi a conoscenza del cronoprogramma dell’opera, delle sue reali basi finanziarie e magari sapere fino a dove si arriverà con i cantieri alla chiusura dell’anno. Perché: “Così non si può andare avanti, – continua l’ingegnere - non abbiamo notizie ufficiali da mesi. Vogliamo essere sentiti in un collegio di vigilanza”.

Anche il direttore del settore Territorio della Provincia di Monza e Brianza, Antonio Infonsini, ha esternato una certa apprensione riguardo il futuro della viabilità e durante il convegno, ha voluto domandare alla società autostradale Pedemontana di lavorare utilizzando uno schema contrario a quello utilizzato finora. Come ha poi precisato infatti, non è corretto al giorno d’oggi immaginare di realizzare un’autostrada prima ancora delle opere accessorie necessarie alla viabilità locale, perché se il territorio non è pronto ad accogliere e assorbire le conseguenze di un passaggio autostradale, l’unico risultato saranno strade governate dal caos.

Come se non bastasse poi, per decisione del Ministero delle Infrastrutture, Pedemontana è stata esclusa dalla lista dei cantieri strategici per l’Italia che prevede un finanziamento di tre miliardi di euro del Decreto del Fare. Al contrario di Tem (Tangenziale esterna Milano) e della riqualificazione della Rho-Monza.
Quindi chi si metterà una mano sul cuore e l’altra nel borsello?

Nella seduta di delibera della giunta di Regione Lombardia, avvenuta il 3 aprile 2013, con Presidente Roberto Maroni, si è preso atto della comunicazione dell’Assessore Maurizio del Tenno, sullo stato di attuazione delle grandi opere infrastrutturali della Lombardia. In questo documento leggiamo che “Per quanto riguarda il Sistema Viabilistico Pedemontano, stanno proseguendo i lavori ed è prevista la conclusione della Tratta A (dalla A8 alla A9) entro fine 2013 e dei primi lotti delle Tangenziali di Como e di Varese entro marzo 2014 (costituenti il primo Lotto). È invece intenzione del Concessionario prevedere una fasizzazione temporale di realizzazione del secondo Lotto, procedendo pertanto per singole Tratte in relazione alle disponibilità economiche; in particolare si prevede la possibilità di avviare i lavori della Tratta B1 (dalla A9 a Lentate sul Seveso, raccordo con ex SS 35 dei Giovi) già dal 2013 con conclusione in orizzonte Expo 2015.
Rimane in ogni caso condizione necessaria per la conclusione dell’intera opera quella di poter disporre della necessaria liquidità da parte dei soci, dovendosi prioritariamente risolvere la posizione della controllante Milano Tangenziali – Milano Serravalle Spa. Per Pedemontana, sussistono sia problemi di carattere territoriale dovuti all’avanzamento dei cantieri (rumore, polveri, etc.) sia criticità attinenti la certezza della complessiva realizzazione dell’opera; questi elementi di attenzione sono seguiti ed affrontati con l’ottica del pieno raggiungimento dell’obiettivo.”

Ed è interessante anche l’intervista al Presidente di Legambiente Lombardia Damiano di Simine, reperibile su www.vorrei.org, nella quale egli sostiene che “Il problema è che si è voluto fare un'opera eccessiva e questa grandiosità (con i suoi costi e i suoi impatti) produrrà costi molto superiori ai suoi benefici […]Sarà l'eccessiva ambizione il fattore che porterà al fallimento della Pedemontana e, probabilmente, anche alla sua mancata conclusione, visto che al momento appare estremamente difficile individuare finanziatori sufficientemente dotati di risorse ma anche sufficientemente provveduti per poter assicurare il flusso di cassa necessario alla cantierizzazione”.

Nella stessa intervista viene anche posta la questione della possibilità della moltiplicazione dei costi e dell’eventualità delle infiltrazioni mafiose causate dal procedimento di realizzazione dell’infrastruttura a segmenti, paragonandola alla A3 Salerno-Reggio Calabria. La risposta del presidente di Legambiente è stata: “Non c'è dubbio, il contesto è il più favorevole all'ingresso di imprese mafiose, soprattutto nei tantissimi subappalti che si renderanno necessari. Il contesto economico in cui viviamo è poi brodo fertilissimo per i criminali: le imprese sane di questi tempi hanno enormi difficoltà nell'accesso al credito. Le imprese infette dal baco mafioso, invece, non hanno problemi di liquidità: ci pensano le grandi famiglie mafiose ad assicurare la provvista economica necessaria”.

Bene, visto che di sganciare non ne vuole sapere nessuno, oltre a procedere per spizzichi e bocconi in una lunga agonia di lavori in corso, si concretizza sempre più  la possibilità che tutto venga abbandonato e che la B2 sia lasciata a se stessa a risolvere il problema del riversamento del traffico. I pendolari ringrazieranno.

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